
ARTICOLO / 9 LUGLIO 2025
Superare la frammentazione nella sicurezza IT: il valore di un approccio olistico
La frammentazione: una sfida crescente per la sicurezza IT
Molte organizzazioni hanno risposto all'evoluzione delle minacce informatiche accumulando soluzioni di sicurezza specifiche per ogni nuova tipologia di attacco. Antivirus, firewall di nuova generazione, sistemi di detection, strumenti di gestione delle identità, segmentazione, SIEM… ognuno risolve un problema specifico, ma spesso non si parlano tra loro. Questo approccio ha portato alla creazione di architetture di protezione frammentate, con alcune significative conseguenze negative:
- Silos informativi che limitano la visibilità completa sulle minacce
- Complessità operativa che rallenta i tempi di risposta
- Costi di gestione elevati per competenze specializzate su singole soluzioni
- Incongruenze nelle policy tra diversi sistemi e dipartimenti
- Vulnerabilità negli spazi non coperti tra i diversi sistemi
Il paradosso della frammentazione
Per capire meglio, immaginiamo un’azienda con più sedi internazionali: ogni stabilimento ha adottato strumenti diversi, in tempi diversi, magari guidato da esigenze locali. Nessuno ha sbagliato, ma il risultato è un’infrastruttura frammentata: 3 fornitori diversi per la gestione degli endpoint, una soluzione cloud in una sede, un sistema on-prem nell’altra, policy non allineate.
Quando arriva un attacco coordinato su più fronti, chi dovrebbe intervenire fatica a ricostruire l’intero quadro in tempo utile.
Il problema non è la tecnologia. È la mancanza di visione unitaria.
La risposta alla complessità: un approccio globale
Affrontare questa frammentazione richiede un cambio di paradigma. L'approccio che affronta le radici del problema si basa su tre pilastri fondamentali:
1. Visione unificata
Le organizzazioni geograficamente distribuite affrontano una sfida comune: la mancanza di coerenza tra sedi diverse. Ogni sede tende a sviluppare protocolli di sicurezza propri, con stack tecnologici non allineati, creando:
- Inconsistenze nella postura di sicurezza complessiva
- Difficoltà nel monitoraggio centrale
- Risposte frammentate agli incidenti
- Complessità nella governance
Un framework di sicurezza unificato permette di superare queste limitazioni, garantendo coerenza nelle policy, maggiore visibilità e una gestione più efficiente degli eventi di sicurezza su scala globale.
Immaginate una rete di punti vendita distribuiti: ogni store ha una sua configurazione, una sua gestione degli accessi, magari una VPN autonoma. In caso di incidente, diventa difficile stabilire se il problema è locale o se riguarda tutta la rete. Con una visione unificata, invece, si possono monitorare in tempo reale tutte le sedi, individuare anomalie e agire con rapidità e precisione.
2. Personalizzazione strategica, non tattica
La personalizzazione superficiale di soluzioni standard raramente risponde alle esigenze specifiche di un'organizzazione. Le aziende spesso si ritrovano con strumenti potenti ma sottoutilizzati, che non si integrano con i flussi di lavoro esistenti.
Un approccio veramente personalizzato inizia dall'analisi del modello di business, dei flussi di dati critici e delle specifiche esigenze operative. Questo permette di:
- Ridurre il TCO eliminando funzionalità ridondanti o non necessarie
- Aumentare l'adozione attraverso interfacce allineate ai processi aziendali
- Semplificare la conformità normativa con controlli mirati al contesto specifico
- Ottimizzare le risorse concentrandole sugli asset più critici
Prendiamo l’esempio di un’azienda manifatturiera: i sistemi OT convivono con le infrastrutture IT tradizionali. Servono strumenti che non solo proteggano entrambi i mondi, ma che rispettino i flussi di lavoro esistenti, senza aggiungere rigidità. Un approccio olistico parte da qui: dalla mappatura di asset, dati e processi. E solo dopo si costruisce la risposta tecnologica.
3. Meno strumenti, più integrazione: pensare in logica platform
Non è la quantità di tecnologie a garantire la sicurezza, ma la loro capacità di lavorare insieme.
La risposta alla crescente complessità delle minacce non consiste nell'aggiungere continuamente nuovi strumenti, ma nel garantire che quelli esistenti operino come un ecosistema integrato.
Un approccio “platform” punta su ecosistemi modulari e interoperabili. Il dato circola, l’automazione funziona, e la sicurezza diventa parte del flusso, non un ostacolo, permettendo di:- Eliminare le ridondanze funzionali che creano confusione operativa
- Ridurre la superficie esposta consolidando i punti di controllo
- Automatizzare il trasferimento di informazioni contestuali tra sistemi diversi
- Estendere il valore degli investimenti esistenti attraverso integrazioni strategiche
L'impatto misurabile di un approccio omnicomprensivo
Intraprendere una transizione verso un approccio olistico produce risultati concreti. Tra i benefici più significativi:
- Riduzione degli incidenti di sicurezza grazie all'eliminazione delle lacune tra sistemi
- Diminuzione dei tempi di risposta dovuta alla maggiore visibilità e automazione
- Ottimizzazione dei costi operativi attraverso la razionalizzazione delle competenze e licenze
- Miglioramento nella precisione di rilevamento tramite l'arricchimento contestuale dei dati
- Aumento della produttività del team IT grazie all'unificazione delle console di gestione
Valutare la maturità della propria infrastruttura di sicurezza
Desiderate valutare l'efficacia della vostra infrastruttura? Ecco alcune domande che è fondamentale porsi:
- I vostri strumenti di sicurezza comunicano efficacemente tra loro senza intervento manuale?
- Avete una visione unificata dello stato di sicurezza su tutte le sedi e di tutti gli ambienti (cloud, on-prem, edge)?
- Il vostro team passa più tempo ad analizzare minacce o a gestire strumenti?
- Le vostre soluzioni di sicurezza si adattano ai cambiamenti dell'infrastruttura IT?
- Riuscite a calcolare con precisione il ROI dei vostri investimenti in sicurezza?
Se la risposta ad almeno due di queste domande è negativa, potrebbe essere il momento di riconsiderare l'approccio alla sicurezza della vostra organizzazione.
Conclusione: più sicurezza meno complessità
La complessità crescente delle minacce informatiche richiede un ripensamento fondamentale dell'architettura di sicurezza. Ora è il momento di invertire la rotta. Non aggiungendo strumenti, ma semplificando. Non comprando soluzioni, ma progettando ecosistemi.
Un approccio che non sia semplicemente l'aggiunta di più controlli o l'implementazione di tecnologie più avanzate ma un cambiamento metodologico che veda la sicurezza come un sistema coerente piuttosto che come una collezione di soluzioni individuali.
Le organizzazioni che adottano questo paradigma rafforzano la loro protezione complessiva e ottengono anche vantaggi operativi significativi: maggiore efficienza, migliore resilienza e una superiore capacità di adattamento all'evoluzione del panorama delle minacce.
La sicurezza olistica non è solo un modello più efficace.
È anche l’unico sostenibile nel lungo periodo.
AUTORI:
Davide Galiazzo - Solution Architect